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giovedì 15 novembre 2012

Intercultura: il futuro dell'educazione

di Laura Tussi
rivista anarchica
anno 42 n. 375
novembre 2012



Le crisi della società attuale sono dovute alla precarietà di fattori culturali, all'incapacità di rispondere alle rapide trasformazioni economiche e politiche e alle pressioni provenienti dai popoli che insorgono contro i gioghi dei potenti, per avviare nuove condizioni e forme di sviluppo. L'educazione interculturale ha importanti responsabilità rispetto ai drammatici problemi che caratterizzano l'attuale congiuntura storica, politica, sociale. Il futuro dell'educazione consiste nel passaggio dalle situazioni di coesistenza del multiculturale alla costruzione dell'interculturale, inteso come ambito di crescita e sviluppo della persona, in rapporto con gli altri, tramite il dialogo, nella conoscenza e valorizzazione delle pluralità, con la riscoperta delle risorse umane, nel sentimento della persona, nel significato del suo esistere, nell'importanza di una propria identità apportatrice di diversità, libere e responsabili, nella tensione attivista dell'impegno sociale nell'attualità storica. L'alterità è diversità di culture, pluralità di soggetti che si aprono verso altri sistemi di pensiero e apparati culturali, ritrovando nell'altro il sentimento fondamentale dell'essere portatore di una diversità, come sistema di valori, come articolazione e modalità dell'essere. 

L'educazione deve agevolare la comprensione delle differenze, superando i fattori di indifferenza, dove la diversità non sia fonte di odio nei confronti dell'umanità e non sia arroccamento su privilegi e pretese di prevaricazione e di razzismo, ma distinzione, differenziazione, superamento della segregazione cognitiva, nella complementarità e nella cooperazione, tramite il divenire relazionale e di confronto in implicite solidarietà verso nuovi soggetti storici che stanno cambiando radicalmente lo scenario dell'umanità, dove l'immigrazione è segnale di squilibri e sperequazioni nei rapporti tra popoli, ma diviene anche esperienza di incontro, accoglienza, ascolto, collaborazione e sviluppo in reciprocità relazionali, in cui la diversità diventa un diritto umano nell'esplicarsi di atteggiamenti aperti, esplorativi, conoscitivi e solidali di apertura agli altri.
 
“Intercultura” è rapporto tra persone portatrici di storie di vita e culture diverse, tra sistemi sociali ed economici. È sintesi, nella condivisione del patrimonio delle conoscenze e dei saperi, alleanza tra persone, enti e associazioni che si impegnano in progetti sociali e politici per una società in cui ciascuno si senta membro di comunità locali, ma con un legame strutturale e indissolubile al grande contesto umano, nel concetto di cittadinanza planetaria, per cui ogni persona risulti effettivamente abitante del mondo, in una concezione cosmopolita, internazionale e democratica dell'essere e dell'esistere.
 
L'intercultura ha come finalità la persona a più dimensioni, che trasforma e si trasforma, ritrovando in sè la fonte primaria della creatività e i tratti originali della propria personalità, nell'apertura agli altri, in sintesi di dinamismi endogeni ed esogeni dell'esistere nel tempo dell'esperienza, nell'armonia dell'essere duale e plurimo, nella coesistenza pacifica, in simbiosi feconde di reciproche vicende relazionali, che pongano la personale identità al centro della storia, nel riedificare spazi di autocoscienza, in società libere, ricercando l'incontro come segno di manifestazione delle pluralità dell'essere umano che accomunano l'altro nella categoria del prossimo e non dello straniero.
 
Costruire società interculturali aperte e solidali, nella pace, significa lasciarsi interrogare, riconoscendo nell'altro un interlocutore attivo e responsabile, crescendo nei rapporti interpersonali con l'irruzione dell'alterità in identità sociali purtroppo spesso cristallizzate in dogmatismi ideologici, nell'esigenza di mutamento delle relazioni tra persone, in rivoluzioni pluraliste che pongano a confronto valori, norme e regole di diversi contesti culturali, ricercando opzioni, ragioni, modalità di consenso e ambiti di libertà, nella pienezza dell'esistenza, nella comprensione e nel rapporto con l'altro, nella continua disamina della propria storia di vita, ponendo in discussione i propri assunti, le proprie certezze, le fissità identitarie, rivedendo i personali progetti e impianti di vita. La comprensione dell'altro non consiste nell'accumulare informazioni, nozioni, concetti, ma nell'ascoltare e nel rispondere, oltre il pluralismo di mero contatto, praticando modalità per affrontare i problemi nel movimento interattivo, capaci di gestire le discrasie cognitive, le crisi esistenziali nella prospettiva di promozione delle identità plurime, contro ogni razzismo.
 
Le reciprocità interculturali rappresentano progetti ideali volti a combinare l'universale con il particolare, l'internazionale con il nazionale, favorendo l'incontro, l'incrocio, la commistione, la contaminazione identitaria, contro l'omogeneo e il monolitico, oltre le monografie e tipologie umane, nell'unità storica basata sull' interfecondazione delle diversità, frutto delle interdipendenze, nella consapevolezza che ogni modello culturale fornisce un apporto alla società, aprendo spazi di innovazione e di creatività, nello scambio relazionale reciproco. 

L'esperienza interculturale si dirama in prospettive di ricomposizione tra il vissuto, il certo, il sicuro che definiscono l'identità e il non conosciuto, l'ignoto, l'indefinito, l'incerto, che apportano squilibri nella tensione costante dell'uscire dal sè, nell'incontro con altre certezze, con altri valori e civiltà, in strategie educative che prevedano processi di reciproco adattamento nel cambiamento, nello sviluppo di dinamiche dialettiche costruttive, che valorizzino la memoria storica, le coscienze etniche di ogni cultura, interrogando la realtà, per ridefinirla, oltre ogni griglia ideologica, al fine di elaborare delle azioni promozionali, aperte, innovative.

Sull'argomento dell'educazione interculturale Laura Tussi ha scritto il libro “Educazione e pace. Dalla Shoah al dialogo interculturale”, pubblicato da Mimesis nel 2011 (137 pagg., €14,00).

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