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martedì 24 luglio 2012

Amiacque, la storia continua anche dopo il NO della Corte Costituzionale??













Si scrive Acqua si legge Democrazia... ora si legge meglio, VITTORIA !!

di Chantal Leoni
24.07.2012

E' di un'anno fa la vittoria del referendum in cui due sui quattro quesiti riguardavano l'acqua e la gestione di quest'ultima. Oggi, ci occupiamo di quello che diceva il questito due, e quindi di come NON è stato rispettato...nemmeno a Legnano
Il quesito due diceva che...

"Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”

Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché  la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.

Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua. Il quesito è passato con il 95.8% di SI' tra quelli che sono andati a votare. Ma fino ad ora le cose non sono cambiate, sebbene negli ultimi giorni la Corte Costituzionale ha "ricordato" l'evento e fatto leva sulla "maggioranza bulgara" ottenuta al referendum e sancito quindi la sua posizione a favore della decisione presa dagli Italiani.
 

Prima Berlusconi e ora Monti stanno emanando leggi (e quindi tentano di vanificare il voto popolare attraverso il voto parlamentare, evviva la democrazia!) a favore delle privatizzazioni e liberalizzazioni dei servizi, non prendendo d'esempio la vicina Francia. A Parigi dopo anni passati in mano alle Multi-utility che hanno fatto impennare i prezzi dell'acqua corrente e delle energie hanno smantellato queste organizzazioni mangia-soldi una per una.

Ma ora passiamo nel nostro piccolo, a Legnano abbiamo l'Amiacque.

Amiacque è una società di diritto privato a compartecipazione pubblica. Quindi una SRL.
Ma il comune di Legnano non è socio di Amiacque, è socio di Amga (per il 65.30%) che a sua volta ha due quote azionarie di diversa rilevanza di Amiacque. Quindi anche il comune di Legnano sta cercando di raggirare il voto referendario con i soliti "trucchi" all'italiana. E anche l'attuale maggioranza, ufficialmente di Sinistra (ufficiosamente diretta dai stessi "personaggi" provenienti da ogni singolo luogo tranne che da sinistra) sta facendo di tutto per non bloccare quest'avanzata incostituzionale, non facendo nulla per smembrare Amga e Amiacque (anzi, nelle prime pagine del programma, Centinaio approvava ed era per le liberalizzazioni) e votando contro  l'ODG numero 4 del Consiglio Comunale del 17/7 proposto dalla Sinistra Legnanese che: 
  • impegnava la giunta a intraprendere percorsi di pubblicizzazione ( da SPA ad azienza di Diritto Pubblico) Amga SPA e Amiacque SRL, società posseduta in gran parte dalla CAP Holding Spa (60.601%) e IANOMI SPA (19.278%)  (AMGA spa possiede solo lo 0.276%) 
  • far sì che le aziende di diritto pubblico rendano possibile un tavolo di lavoro partecipato delle acque, vedendo possibilie la partecipazione di soggetti della società civile e comunità locale
E contro anche l'ODG numero 8  che chiedeva:
  • evitare che le aziende compartecipate cadano in mano alle multi-utility e istituire un tavolo partecipato per il governo dei servizi pubblici 
  • farsi portavoce in sede istituzionale e ANCI affinchè Governo e Parlamento pongano in essere un provvedimento volto a ripristinare l'antica funzione della Cassa Depositi e Prestiti, quale ente finanziatore a tassi calmierati degli investimenti dei comuni. 
Con questo ODG si cercava di scongiurare l'avvento della A2A milanese e dell'azienda capofila delle operazioni IREN. Anche a Legnano quindi, per ora, nulla di fatto per rispettare il voto referendario dei cittadini. Gli stessi cittadini che forse, a Maggio, hanno votato la nuova giunta perché pensavano portavoce anche del loro volere referendario. Ma si sa, arrivati alla poltrona ci si rimangia le promesse. 

Noi comunque, proseguiamo la raccolta firme per la Casetta dell'Acqua (anche se il Consiglio Comunale ha fatto passare, votando sì, la nostra proposta) ma visto queste premesse...non si sa mai :D




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