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giovedì 22 novembre 2012

20 novembre (di ogni anno), cosa celebriamo?

di Rino Lattuada
23.11.2012


“Ogni anno il 20 novembre viene celebrata la giornata  mondiale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. La data del 20 novembre è stata scelta in memoria del giorno in cui l'Assemblea Generale dell’ONU adottò la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo (1959) e la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia (1989) … ”In “memoria” è il termine più giusto per ricordare come due atti universali fra i più importanti per l’umanità intera, assieme alla dichiarazione dei diritti dell’uomo, sono stati e continuano ad essere in ogni momento ipocritamente, cinicamente e criminalmente disattesi e calpestati in ogni angolo della terra. I bambini continuano ad essere vittime e carne da macello da sacrificare, senza il benché minimo rimorso, sugli altari degli interessi economici, politici e militari mondiali. Bambini morti di fame e di tutte le malattie possibili, uccisi e violentati dalle guerre, dallo sfruttamento, dalla pedofilia, dall’abbandono, dal disinteresse comune … anche a casa nostra.

In merito alla celebrazione leggo che l’Assessore alle attività educative Umberto Silvestri commenta: “L'amministrazione comunale intende dare importanza a questo  evento quale occasione per riaffermare che la tutela della vita, dei diritti e del benessere dei bambini e degli adolescenti sono un dovere per tutta l'umanità” e fa appendere in tutte le scuole legnanesi e in alcuni punti della città una bella locandina sull’argomento.

Iniziativa lodevole e dovuta ma vacua, se non supportata nella nostra città a livello istituzionale, perlomeno da chiare e nette prese di posizione contro tutto quanto sta accadendo. Il silenzio però è sempre più assordante.

I più di 1500 bambini uccisi dal 2000 ad oggi nella sola striscia di Gaza, e perché no?, i bambini rom che vivono in condizioni disastrose, ne sono i più recenti testimoni. Cosa celebriamo allora? Basta proclami e frasi fatte solo perché è il 20 novembre e “bisogna” celebrare qualcosa. Anche nel nostro piccolo vale più sicuramente un’azione concreta che mille parole di convenienza.

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