rivista anarchica
anno 38 n. 337
estate 2008
anno 38 n. 337
estate 2008
Il
cosiddetto “modello di sviluppo” diffusamente praticato non è, e non può
essere, sostenibile perché fondato sullo sfruttamento indiscriminato delle
risorse naturali. Il criterio che guida questo modello non attribuisce all’ambiente alcun tipo di
valore che non sia quello di ridurlo a merce, quindi a materia od oggetto di
transazione, luogo di discarica e di accumulo dei rifiuti e delle emissioni. Il modello diffusamente praticato non è e non può essere sostenibile perché
interpreta il pianeta ed i suoi abitanti come parte di sistemi, economici,
religiosi, produttivi, alienando nella loro autoreferenzialità le ragioni del
benessere degli individui e della qualità della vita e dei luoghi in cui essa
si svolge. Non esiste modo di praticare la sostenibilità senza che l’ambiente e le culture
umane divengano interlocutori indispensabili alle dinamiche da tracciare:
l’attuale modello al contrario antepone a qualunque altra considerazione
l’interesse economico, la logica del profitto, e detta, suggerito da questa
logica, il modello culturale che gli permetta di essere. Ed è per questo che per perseguire la sostenibilità bisogna abbandonare
l’attuale modello, modificando i comportamenti individuali e collettivi,
opponendosi alla colonizzazione culturale del mercato, destrutturando gli
interessi che lo promuovono e lo alimentano, praticando scelte libertarie.
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